Cosa succede quando si attiva il Codice Rosso?

Il Codice Rosso rappresenta un importante strumento giuridico volto a garantire una tutela immediata ed efficace alle vittime di violenza domestica e di genere.

Attivare il Codice Rosso significa, quindi, richiedere un intervento urgente da parte dell’autorità giudiziaria. Si è cercato in questo modo di creare una “corsia preferenziale” per alcuni gravi delitti, nel senso che le indagini e i provvedimenti delle autorità procederanno in maniera più spedita per giungere subito ad un risultato concreto. Questa procedura accelerata si applica a tutti i reati di violenza domestica o di genere tra cui:

  • Maltrattamenti contro un familiare o un convivente;
  • Delitti di violenza sessuale;
  • Stalking;
  • Revenge porn;
  • Tentato omicidio;
  • Lesioni personali gravi;
  • Deformazione dell’aspetto della persona mediante lesioni permanenti al viso.

 

Come si attiva il Codice Rosso?

La procedura d’urgenza prevista dal Codice Rosso può essere attivata dalla persona offesa, rivolgendosi alle forze di polizia o a un centro antiviolenza, ma anche da terzi: chiunque può segnalare alla autorità fatti che possano far presumere la sussistenza di un reato di violenza domestica o di genere.

La procedura si attiva automaticamente quando viene presentata una denuncia o una segnalazione alle forze di polizia per uno di questi delitti. Non è necessario esplicitare l’attivazione del protocollo: la tipologia di reato in sé ed il contesto nel quale si è realizzato innescano la procedura d’urgenza. Occorre, tuttavia, sottolineare come la priorità nella trattazione delle indagini e l’immediata instaurazione del procedimento penale siano previsti esclusivamente per i delitti che rientrano nell’ambito della violenza familiare o di genere: solo in questi casi la norma impone di procedere in maniera prioritaria.

 

Cosa succede quando si attiva la procedura del Codice Rosso?

Una volta ricevuta la denuncia le forze dell’ordine sono tenute a comunicare immediatamente la notizia di reato alla Procura competente. Il Pubblico Ministero provvederà poi, nel termine di tre giorni, ad assume informazioni dalla persona offesa o da chi ha denunciato i fatti di reato: in questo modo potrà valutare la gravità della situazione e decidere di chiedere eventuali misure cautelari.

Il Giudice può quindi disporre una serie di misure urgenti come:

  • Allontanamento dalla casa familiare ( 282 bis c.p.p.): il Giudice prescrive al presunto autore di reato di lasciare immediatamente la casa familiare e di non farvi rientro se non con un’autorizzazione dell’autorità che procede. In questi casi, inoltre, il Giudice può ingiungere all’indagato o all’imputato di pagare un assegno periodico in favore delle persone conviventi rimaste prive di risorse economiche per effetto dell’allontanamento.
  • Divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa ( 282 ter c.p.p.): può essere disposto il divieto di avvicinamento a determinati luoghi che sono abitualmente frequentati dalla persona offesa o dai suoi prossimi congiunti. Il Giudice può anche vietare all’imputato di comunicare con qualsiasi mezzo con le suddette persone.

Sono inoltre state potenziate altre tipologie di misure:

  • C’è stato un potenziamento delle misure di prevenzione, le quali sono deputate ad assolvere una funzione specialpreventiva e sono applicabili ai soggetti qualificati come pericolosi. Il Codice Rosso prevede oggi che le misure della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza e dell’obbligo di soggiorno nel comune di residenza o di dimora abituale possano essere applicate anche agli indiziati di reati legati alla violenza di genere. La sorveglianza speciale, inoltre, può essere applicata anche con modalità di controllo elettroniche.
  • È stata introdotta la possibilità di procedere all’arresto in flagranza differita di soggetti autori di determinate condotte (violazione dei provvedimenti di allontanamento dalla casa familiare e del divieto di avvicinamento alla persona offesa; maltrattamenti in famiglia; stalking) individuati sulla base di documentazione video – fotografica o di applicazioni informatiche e telematiche.

È opportuno, in ogni caso, richiedere l’assistenza di un avvocato per comprendere appieno le implicazioni giuridiche del caso specifico e adottare le strategie più efficaci. Si ricorda, infine, che le vittime di violenza domestica e di genere hanno diritto al patrocinio gratuito anche in deroga ai limiti reddituali previsti dalla legge.

Novembre 2024

Eleonora Yusuf

 

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